Didone abbandonata, libretto, Stoccarda, Cotta, 1763

 ARASPE
 Del mio signor la gloria e il dover mio.
 OSMIDA
 Come? L’istesso Arbace
 disapprova...
 ARASPE
                           Lo so ch’ei mi condanna,
465il suo sdegno pavento
 ma il mio non fu delitto e non mi pento.
 DIDONE
 E né meno hai rossore
 del sacrilego eccesso?
 ARASPE
 Tornerei mille volte a far l’istesso.
 DIDONE
470Ti preverrò. Ministri
 custodite costui. (Parte Araspe con guardie)
 ENEA
 Generoso nemico,
 in te tanta virtude io non credea. (A Iarba)
 Lascia che a questo sen...
 IARBA
                                                Scostati Enea.
475Sappi che il viver tuo d’Araspe è dono,
 che il tuo sangue vogl’io, che Iarba io sono.
 DIDONE